Description
Attributed to Yi Taek-gyun (Korea, active after 1883)
A rare six-panel chaekgeori screen with hidden seal
Korea, second half of the 19th century, Joseon dynasty
Ink and mineral pigments on paper mounted on boards
(cm 137x218) (defects and restorations)
This exceptional six-panel folding screen is a striking example of chaekgeori (???), or “books and things,” a uniquely Korean genre of still-life painting that flourished during the final century of the Joseon dynasty (1392–1910). Painted in refined trompe-l’?il, the screen displays an imaginary scholar’s cabinet filled with elegantly stacked books, scrolls, celadon cups, jade brushes, inkstones, scholar’s rocks, flower vases, and ritual vessels. Each object is carefully arranged to evoke ideals of erudition, harmony, and moral cultivation, core values of Confucian thought.
Chaekgeori painting emerged in the late 18th century, likely under the influence of King Jeongjo (r. 1776–1800), a sovereign known for his scholarly pursuits and his efforts to elevate the intellectual culture of the court. Inspired by Chinese duobaoge cabinets and informed by Western perspective introduced through Jesuit missionaries, chaekgeori developed into a genre distinctly Korean in style and purpose. While drawing upon foreign models, it emphasized balance, symbolism, and conceptual elegance over strict realism.
The present screen is of particular importance due to the presence of a red seal discreetly integrated into the upper left register of the composition, a so-called hidden seal (eumjang ??), used by Korean artists as a subtle signature. Intended to preserve visual harmony, these seals were often concealed within the pictorial elements themselves. Only around a dozen chaekgeori screens bearing such hidden seals are known today.
This seal allows the work to be attributed to Yi Taek-gyun, a royal court painter active in the second half of the 19th century.
The refined draftsmanship, spatial precision, and tonal elegance of this screen speak to the hand of a consummate artist working in elite circles, most likely for a courtly or high-ranking Confucian patron. As both a cultural artifact and a visual manifesto of the scholar’s world, this screen exemplifies the intellectual and aesthetic sophistication of late Joseon painting at its finest.
Compare with a screen in the collection of the Cleveland Museum of Art, recently studied by Dr. Sooa McCormick and Prof. Byungmo Chung, which was attributed to Yi Taek-gyun on the basis of an identical hidden seal. That work is now one of only three securely attributed to the artist, placing the present screen among a rare and highly significant group of chaekgeori masterpieces.
Another screen attributed to Yi, originally a ten-panel composition later framed as ten individual works, was sold at Christie’s New York (13 December 2024, Lot 1078, Mica Ertegun Collection Part III) for USD 642,600 — more than 25 times its estimate. That work bore a seal on its rightmost panel.
Provenance:
Acquired circa 1987 from the gallery La Vieille Fontaine, Lausanne, Switzerland, with handwritten correspondence and press documentation signed by Madeleine Oesch-Gonin (1908–1999), founder of La Vieille Fontaine. The documents reference a record-setting sale of a comparable ten-panel chaekgeori screen at H?tel Drouot, Paris (24 June 1987), indicating early recognition of the work’s quality.
Private collection
IT
Attribuito a Yi Taek-gyun (Corea, attivo dopo il 1883)
Raro paravento chaekgeori a sei pannelli con sigillo nascosto
Corea, seconda metà del XIX secolo, dinastia Joseon
Inchiostro e pigmenti minerali su carta montata su pannelli
(cm 137×218) (difetti e restauri)
Questo eccezionale paravento pieghevole a sei pannelli è un notevole esempio di chaekgeori, ovvero "libri e oggetti", un genere unico coreano di pittura di natura morta che fiorì durante l’ultimo secolo della dinastia Joseon (1392–1910). Dipinto con raffinata tecnica trompe-l’oeil, il paravento raffigura un immaginario armadio da studioso, colmo di libri elegantemente impilati, rotoli, tazze in celadon, pennelli in giada, pietre per inchiostro, rocce da studioso, vasi di fiori e recipienti rituali. Ogni oggetto è disposto con cura per evocare ideali di erudizione, armonia e coltivazione morale, valori fondamentali del pensiero confuciano.
La pittura chaekgeori emerse alla fine del XVIII secolo, probabilmente sotto l’influenza del re Jeongjo (r. 1776-1800), sovrano noto per i suoi interessi intellettuali e i suoi sforzi per elevare la cultura erudita della corte. Ispirato ai mobili cinesi duobaoge e influenzato dalla prospettiva occidentale introdotta dai missionari gesuiti, il chaekgeori si sviluppò in un genere distintamente coreano nello stile e nello scopo. Pur attingendo a modelli stranieri, esso privilegiava equilibrio, simbolismo ed eleganza concettuale piuttosto che un realismo rigoroso.
Questo paravento è di particolare rilievo per la presenza di un sigillo rosso discretamente integrato nella parte superiore sinistra della composizione: un cosiddetto sigillo nascosto (eumjang), usato dagli artisti coreani come firma sottile. Intesi a preservare l’armonia visiva, questi sigilli erano spesso celati all’interno degli elementi pittorici stessi. Sono oggi noti solo una dozzina circa di paraventi chaekgeori con sigillo nascosto.
Grazie a questo sigillo, l’opera può essere attribuita a Yi Taek-gyun, pittore di corte attivo nella seconda metà del XIX secolo.
La raffinatezza del disegno, la precisione spaziale e l’eleganza tonale di questo paravento testimoniano la mano di un artista compiuto operante in ambienti d’élite, molto probabilmente per un committente di corte o un alto funzionario confuciano. In quanto artefatto culturale e manifesto visivo del mondo dello studioso, questo paravento esemplifica la sofisticazione intellettuale ed estetica della pittura Joseon tardiva al suo apice.
Si confronti con un paravento conservato nella collezione del Cleveland Museum of Art, recentemente studiato dalla Dott.ssa Sooa McCormick e dal Prof. Byungmo Chung, attribuito a Yi Taek-gyun grazie a un sigillo nascosto identico. Quell’opera è ora una delle sole tre attribuite con certezza all’artista, rendendo il presente paravento parte di un gruppo raro e altamente significativo di capolavori chaekgeori.
Un altro paravento attribuito a Yi, originariamente una composizione a dieci pannelli successivamente incorniciata come dieci opere individuali, è stato venduto da Christie’s New York (13 dicembre 2024, lotto 1078, Collezione Mica Ertegun Parte III) per USD 642.600 - oltre 25 volte la stima iniziale. Quell’opera recava un sigillo sul pannello più a destra.
Provenienza:
Collezione privata
Acquisito intorno al 1987 presso la galleria La Vieille Fontaine, Losanna, Svizzera, con corrispondenza autografa e documentazione stampa firmata da Madeleine Oesch-Gonin (1908–1999), fondatrice di La Vieille Fontaine. I documenti fanno riferimento a una vendita da record di un paravento chaekgeori a dieci pannelli comparabile presso H?tel Drouot, Parigi (24 giugno 1987), indicando un precoce riconoscimento della qualità dell’opera.